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Guardare all’Europa

Pubblicato da AlBe

400 milioni di europei voteranno tra poco più di 60 giorni per eleggere un nuovo Parlamento e un nuovo esecutivo UE. Si tratta del secondo più grande esercizio democratico al mondo. Tra questi, più di 50 milioni di italiani saranno invitati a votare alle elezioni europee, per eleggere i 73 rappresentanti italiani nel nuovo Parlamento europeo. Per la prima volta inoltre il nuovo Parlamento europeo dovrà stabilire chi guiderà la prossima Commissione europea, l'organo esecutivo dell'UE, che avvia la legislazione e ne supervisiona l'attuazione.

Si sta manifestando un trasversale atteggiamento antieuropeista, demagogico e strumentale, in molte forze politiche anche nel nostro Paese.

Credo che non sia stato sufficientemente valorizzato dai mass media nazionali, un appuntamento importante per dare una svolta e credibilità al progetto di un’Europa diversa, che è stato il Congresso del Partito Socialista Europeo, che si è svolto a Roma ai primi di marzo, e che ha visto la partecipazione non solo del PSI, ma per la prima volta ha registrato l’ingresso nella famiglia del Socialismo Europeo del PD.

La forte autocritica espressa dai socialisti sui propri ritardi in questi anni sulle questioni dell’economia, e sulle problematiche ambientali e climatiche, si è poi concretizzata in un atto d'accusa frontale allo strapotere della Finanza mondiale, e in una critica ai riformismi deboli e subalterni del passato verso la globalizzazione.

E’ emersa in modo forte dal Congresso del PSE la necessità di proporre un'alternativa ad una crisi sempre più grave del progetto politico europeo.

Tutti i cittadini europei possono vedere da soli le conseguenze di una destra al potere in quasi tutti gli stati membri e, conseguentemente, capace di dettare legge a Bruxelles. La gestione della destra della gravissima crisi debitoria durante gli ultimi due anni è stata una triste saga di cattiva amministrazione politica e di analfabetismo economico. Tutti i Paesi dell’Europa pagheranno ora con livelli di disoccupazione da anni ’30 il prezzo degli illusori rimedi economici che i conservatori hanno imposto.

I socialisti europei sono rimasti indietro. Spesso incapaci di dare voce alla rabbia pubblica contro "l’alta" finanza, reticenti a cooperare con gli altri socialisti al potere in altri stati membri dell’EU, passivi nei forum internazionali sul commercio o sui cambiamenti climatici, i partiti socialdemocratico e laburista in molti paesi hanno visto la loro popolarità sprofondare ai minimi storici, e si è visto come il malcontento generato dalle attuali politiche dell’UE e dei suoi governi è stato sfruttato politicamente, non dalle sinistre ma dai populisti xenofobi, dai nazionalisti e dall’estrema destra.

Le economie europee come tutte le altre sono state demolite dall’irresponsabilità quasi criminale del settore finanziario globale. Nel corso di questa fase politica è stato permesso alla globalizzazione di aumentare gli squilibri nelle quote di ricchezza all’interno di tutti i paesi, penalizzando i sistemi di welfare avanzati, abbassando il tenore di vita, aumentando le disuguaglianze, incrementando la parte di reddito nazionale destinata ai profitti delle imprese a spese dei salari.

I socialisti hanno rilanciato nel proprio programma futuro un approccio economico basato su tre elementi; responsabilità condivisa, crescita ed eguaglianza. Non c’è niente di socialista nello spreco della spesa pubblica e nell’accumulo del debito. Chi crede nella spesa pubblica, deve assicurarsi che il suo utilizzo sia efficace. Ma una gestione rigorosa del budget si può ottenere equilibrando la spesa pubblica con un sistema fiscale equo, basato sul principio della "capacità contributiva", con il settore privato che paga la sua parte dell’onere ed una lotta totale all’evasione fiscale così diffusa in tutta l’Unione; abbandonando le riduzioni d’imposta per i più ricchi, eliminando la manna dei bonus nel settore finanziario mediante specifiche tasse punitive ed attaccando vigorosamente i paradisi fiscali.

La difesa e l’estensione delle eguaglianze e l’eliminazione di ogni forma di discriminazione, in ogni parte dell’unione, è nel cuore di un programma socialista europeo.

Questi argomenti dovrebbero essere condivisi e considerati anche qui nella nostra Provincia e soprattutto da parte di quegli elettori sudtirolesi, di tendenze socialdemocratiche, che fanno riferimento nelle elezioni provinciali alla “Sammelpartei”.

In occasione delle prossime elezioni europee, molti elettori sudtirolesi che fanno riferimento all’ala sociale della SVP , dovrebbero tener conto che in Europa si scontrano due tendenze fondamentali, quella dei popolari e conservatori e quella dei socialisti e progressisti. E l’Europa guidata in questi anni principalmente dalla maggioranza dei Partiti Popolari e Conservatori ha prodotto i danni soprattutto nei confronti delle classi meno abbienti, che tutti possono valutare; è necessario cambiare direzione e trovare attraverso un rilancio ed un sostegno al programma dei Socialisti e dei Progressisti, affinché prevalga nella maggior parte dei Paesi Europei una maggioranza veramente indirizzata ad un nuovo modello dell’Europa , che manifesti e realizzi una diversa politica economica e sociale; questa è la sola opportunità in grado di respingere il crescente qualunquismo antieuropeista.

Ardelio Michielli

Segreteria PSI dell’Alto Adige