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Relazione del Segretario Alessandro Bertinazzo al 3° Congresso PSI dell'Alto Adige

Pubblicato da AlBe

“ESSERE!”

Care compagne e cari compagni, gentili ospiti,
ci ritroviamo oggi per celebrare anche a livello locale il 3° Congresso PSI per il rinnovo delle cariche di partito, dopo che il 1° dicembre 2013, a Venezia, è stato confermato Segretario nazionale del PSI, il compagno Riccardo Nencini.
I congressi di partito come il nostro, che ha una storia di 122 anni, si celebrano a scadenze regolari, previste dallo statuto di partito, salvo deroghe motivate. L’ultimo nostro congresso è stato celebrato nel dicembre 2010.
In questi tre anni di acqua sotto i ponti ne è passata e forse non ricordiamo cosa abbiamo fatto e come abbiamo agito politicamente. Cosa è cambiato nel partito, cosa è cambiato intorno a noi, cosa si è detto di noi, se ci siamo, se vogliamo ESSERE!
Permettetemi prima di tutto di ricordare coloro che non sono più tra noi e che hanno
contribuito a dare al nostro partito quel riconoscimento che ancora oggi ci permette di essere socialisti orgogliosamente.
Ci hanno lasciato Beppino Sfondrini, Giuseppe Negri, Claudio Nolet, Giuseppe Augustin, Eugenio Aprile, Benito Cunial, Giovanni Valli, Riccardo Simion, Luigi Vaccari, Silvano Ferrari, Giovanni Maistrello, Angelo Pannetta. Menziono questi compagni, il cui esempio e la cui testimonianza hanno lasciato un segno di cosa sia la politica socialista ; nessuno di loro si è mai tirato indietro nel dare il proprio contributo di idee ed anche di tempo per il bene del socialismo.
ESSERE appunto socialisti, un orgoglio ma anche un peso, se si pensa all’etichetta che ci è stata appiccicata addosso e che ci siamo portati dietro dopo tangentopoli. Non per questo abbiamo abbandonato il campo e con dignità abbiamo continuato a rivendicare le nostre idee, che presto o tardi sono diventate o diventeranno attualità, innovazione, riforma, sostenibilità ambientale.
Un esempio: Recentemente ho presenziato in Comune a Bolzano alla festa per i 90 anni di Claudio Emeri. Ripercorrendo i primi anni della sua vita politica, ho scoperto che nel 1948, lo stesso Emeri fu relatore di minoranza (pur appartenendo alla maggioranza) - quello di maggioranza era Ander Amonn - per sostenere l’introduzione del filobus al posto del tram a Bolzano. L’alternativa, che passò per un solo voto, prevedeva la sostituzione del tram con i mezzi a diesel da affidare alla SASA. Che dire rispetto alla discussione attuale sul trasporti pubblico? Che i socialisti sono AVANTI! dal 1896, come recita il giornale on-line del partito.
Altri tempi ed altre donne e uomini. Ma anche altri mezzi di comunicazione. E’ cambiata la
società e sono cambiate le abitudini, i valori, i rapporti tra generazioni, tra genitori e figli, tra scuola e mondo del lavoro. I figli che ieri contestavano i padri cercando di creare nuovi e diversi valori. I figli che devono oggi garantirsi l’appoggio dei genitori perché da soli non ce la fanno, soprattutto per motivi economici. Oggi non è più possibile dare le garanzie che abbiamo avuto noi, già per formare una famiglia, per avere un tetto sopra la testa. Temi e problemi reali a cui deve fare fronte la politica, nazionale e locale, a cui torniamo più avanti.
Dicevo sopra di come siamo arrivati ad oggi, al 2014
Nel maggio 2010, siamo riusciti a confermare il nostro consigliere nel comune di Bolzano,
eletto con il simbolo PSI, oltre ad eleggere altri consiglieri a Laives e Bronzolo ed altri
“socialisti” non iscritti. Poca cosa, rispetto ai circa 40 degli anni 80-90.
Nei primi mesi del 2011 abbiamo avviato una serie di incontri di “confronto e dialogo”, con
Arbeitnehmer della SVP e Partito Democratico, lavorando fin da allora in prospettiva di una collaborazione per le scadenze elettorali, ma soprattutto per gettare le basi inerenti la
revisione dello Statuto di Autonomia. Non dimentichiamo l’attività di raccolta firme per
proposte di legge di iniziativa popolare e i referendum su nucleare, acqua pubblica e legittimo impedimento. A livello nazionale invece si prospettavano già elezioni anticipate per i primi mesi del 2012. Non fu così. Il PSI si stava organizzando ed ha messo in campo il “Progetto per l’Italia” che ha poi trovato nell’alleanza “Italia Bene Comune” il
contenitore/l’aggregazione/la coalizione riformista che si è presentata alle elezioni politiche del febbraio 2013, con un intermezzo dedicato alle primarie per designare il premier, alle quali abbiamo dato un nostro specifico e costruttivo contributo.
Quindi sia il 2012 che il 2013, anche con il gazebo nei mercati e nelle piazze cittadine, ci
hanno visti impegnati per preparare il rientro dei socialisti nel Parlamento Italiano ed ha visto i socialisti altoatesini nuovamente protagonisti nella politica provinciale. Non siamo invece ancora riusciti ad avere la soddisfazione, che riteniamo ci sia dovuta, nel Comune di Bolzano.
Voglio qui evidenziare come la questione si sia trascinata oltre i termini ragionevoli, e
nonostante abbiamo ancora un anno e poco più avanti a noi prima di arrivare al voto del
maggio 2015 in tutti i Comuni, nelle prossime settimane gli organismi eletti in questo
congresso trarranno le conseguenze politiche di un atteggiamento che non ci vede
responsabilizzati e coinvolti con soddisfazione nonostante richieste legittime e
concordate, valutando se abbia ancora senso far parte della maggioranza nel Comune
di Bolzano. La nuova legge impone la riduzione del numero dei Consiglieri e sarebbe utile
non farci male reciprocamente, come spesso succede nella sinistra italiana.
Con il PD altoatesino abbiamo stretto ed anche sottoscritto un accordo, anzi un accordo per le politiche di febbraio 2013 ed un accordo per le provinciali di ottobre 2013, che ha visto il nostro coinvolgimento nella commissione elettorale, nella definizione del programma, nella trattativa stessa della Giunta provinciale con la partecipazione alle riunioni allargate della segreteria provinciale. E’ stato per noi politicamente più che soddisfacente ed ha consentito di aprire, anche in vista delle Europee e di altri appuntamenti, una porta di collaborazione importante.
In questa fase preparatoria per le provinciali di ottobre, siamo riusciti a coinvolgere anche le forze economiche e sociali, che ci hanno fornito i loro contributi per il programma di governo provinciale. Continueremo a tenerci in contatto per valorizzare l’attività delle forze economiche e sociali di supporto al nostro lavoro politico.
Sulla composizione della Giunta Provinciale, ma prima ancora sulla maggioranza che regge le sorti della Provincia, riteniamo sia stata una scelta meditata. In primis dalla SVP con il Presidente Kompatscher in testa. Il lavoro da fare e che spetta anche a noi non è poco. Il programma è ambizioso e noi socialisti daremo il nostro contributo affinché sia attuato, cogliendo al volo l’opportunità di essere determinanti con i due eletti del PD per garantire la maggioranza, che la SVP da sola non ha più.
A partire dal lavoro e da quei provvedimenti legislativi necessari alla ripresa economica, senza dimenticare il sostegno ai comuni in termini di gestione dei servizi e della spesa pubblica in genere. Non è da meno, in quanto legato ai rapporti con lo Stato, ma anche ai rapporti fra i gruppi linguistici nelle varie attività di competenza provinciale, la revisione dello Statuto di Autonomia.
Questo tema, inserito in un Ordine del Giorno approvato dall’assemblea provinciale prima del Congresso Nazionale PSI, è stato portato all’attenzione e votato dal Congresso Nazionale stesso; i nostri rappresentanti alla Camera ed al Senato potranno dare il sostegno alla revisione statutaria, che sarà avviata con la “Convenzione delle Riforme”.
Nel contesto delle Riforme siamo da sempre favorevoli a creare i presupposti legislativi per rendere la rappresentanza politica più coesa - con ad esempio l’introduzione dei collegamenti di lista nella legge elettorale, a tutti i livelli - ma anche per dare rappresentatività alla volontà e alla pluralità cultural/politica popolare. Non significa questo essere populisti, anzi. Populismo è reagire di pancia anziché di testa alle sollecitazioni che provengono dai cittadini, dagli elettori, individuando i necessari risparmi della politica prima di tutto dalla riduzione di indennità esagerate ai rappresentanti politici nelle istituzione e non solo nella riduzione del numero dei rappresentanti del popolo nei Consigli e nelle Giunte.
Sulla legge elettorale nazionale mi permetto solo di dire che non si possono trattare i piccoli partiti come “delinquenti”, radiandoli. Si dovrebbe almeno spiegare di quali colpe gravi i piccoli partiti, naturalmente fissando loro una soglia, senza ulteriori salvaguardie, si siano macchiati nella storia d’Italia e anche in questo sgangherato ventennio. Se i partiti minori non fossero esistiti non avremmo avuto in Italia né La Malfa né Pannella né Saragat ed altri.
Non è condivisibile il sostenere che si vince se affascini con le idee, senza pensare che
anche i piccoli hanno idee, e poi aggiungere di voler evitare il ricatto dei piccoli partiti. Si vince insieme, con le idee di tutti, come un corpo unico. D’altronde “il corpo umano” ha diversi organi vitali, non uno solo, non solo il cuore. E noi socialisti, per non essere vanitosi e pensare di essere il cervello del corpo del centrosinistra, diciamo di essere uno degli organi vitali, magari il fegato, visto che questo organo ogni tanto dà dei disturbi.
Sulle liste bloccate invece, ci sono sistemi per alterare l’ordine di lista senza dover dare le
preferenze, come nella socialdemocratica Svezia o in Svizzera.
Le soglie di accesso sono specchietti per le allodole. Il senso è altro: Renzi (e anche gli altri capi partito) deciderà quanti e chi dei suoi alleati si possono candidare e anche in che posto nelle liste bloccate e dove. Sulla carta Renzi ha già vinto: è il Segretario Generale, quindi ha sempre ragione come ai tempi del Centralismo Democratico.
Recentemente un quotidiano ha voluto intervistare Claudio Martelli per ricevere qualche
conferma sulla somiglianza tra Craxi e Renzi. Soprattutto sul tema del cosiddetto decisionismo e della volontà di superare vecchi tabù, barriere ideologiche, steccati antiquati. Quando Craxi, incaricato da Pertini di formare il governo, volle incontrare Almirante, le critiche non furono minori di quante Renzi ne abbia ricevute dopo l’incontro del Nazareno con Berlusconi.
Nella dichiarazione di Renzi ci sta tutto il senso della diversità tra i due. A Renzi interessano i vincitori, a Craxi incuriosivano i perdenti. Renzi non si è posto il problema se sia stato giusto che Craxi abbia fatto la fine che ha fatto. Gli interessa solo l’esito. E di essere paragonato a uno che è stato estromesso dalla politica non gli va. In questo senso ritiene meno offensivo il paragone con Berlusconi che nonostante i processi e le condanne è ancora lì a dialogare con lui. La più grande differenza tra Craxi e Renzi sta nel fatto che il primo sfidava i potenti e sapeva andare controcorrente, anche cambiando l’esito dei sondaggi con la forza dell’iniziativa politica, il secondo asseconda e liscia il pelo alla maggioranza, si assoggetta al culto del sondaggio, lo alimenta seguendone le tendenze, delle primarie ha fatto un culto, ha la vittoria dunque come credo.
Il linguaggio di Craxi era quello di un politico del novecento, quello di Renzi è ricavato dai
social network del duemila.
Tra i due c’è la grande differenza delle due epoche della politica. Renzi è un turbine in piena e non conosce la riflessione che spesso segue le sue parole. Craxi parlava calibrando gli aggettivi. E il suo ritmo era lento, le sue pause frequenti.
Ma torniamo a noi, alla politica socialista che ha bisogno di "funzionare per rinnovare il partito e prendere nuove energie, soprattutto da parte dei giovani”.
E’ necessario aprire una nuova stagione per i diritti civili che, sempre più si sposano e si
fondono con quelli sociali: sempre più spesso si incrocia il godimento di un diritto civile con la possibilità di godere di un diritto sociale.
Rispetto all’azione politica futura, il PSI si è dato un orientamento – quello di una
aggregazione/coalizione riformista: ora resta da vedere cosa accadrà all’interno dei partiti
interlocutori di “Italia Bene Comune”, come PD e SEL.
"Le prossime elezioni europee ci offrono una opportunità che sarebbe colpevole sprecare. La sinistra riformista italiana deve intraprendere sin da ora un percorso condiviso e presentare liste comuni PD, PSI, Sel, che si richiamino al socialismo europeo".
Apprezziamo la volontà espressa recentemente da Renzi , sulla opportunità che anche il
PD appartenga alla famiglia del Socialismo Europeo.
Sull’azione da svolgere in Europa ed il sostegno a Schulz quale Presidente della
Commissione Europea il segretario nazionale Riccardo Nencini ha dichiarato: "Se noi
sosteniamo Schulz alla presidenza della commissione, bisogna chiedergli di stringere un patto con gli italiani, rispettare ciò che sta scritto nella carta di Lipsia, oltre agli Eurobond e regole stringenti per i mercati finanziari. Una politica più forte della finanza".
Anche in Alto Adige è necessaria un’azione che aiuti a mettere in campo le risorse
economiche per far ripartire le Imprese, per ridare lavoro ai disoccupati e per creare nuova occupazione, e ci permetta di attuare molta parte del programma di giunta che abbiamo contribuito a scrivere. Avevamo nel maggio scorso presentato un nostro decalogo, i contenuti di tali punti hanno tutti trovato spazio nel programma di Giunta.
Non riscrivo il programma, a cui rimandiamo ed al quale da socialisti diamo grande
importanza. Nel programma di Giunta è stato dato un ordine diverso rispetto al passato,
mettendo il LAVORO in testa all’agire politico. Giusto così! In questo senso vogliamo
segnalare anche il ddl del PSI denominato “Atto Unico per il Lavoro”, con diverse proposte che parzialmente in Alto Adige sono già realtà.
L’altro importante tema riguarda l’istruzione e la formazione con le varie sfaccettature che
permettono di ricavare il meglio dai giovani per impiegare il loro sapere nella nostra realtà
territoriale e fortemente legato al lavoro.
L’autonomia, - di cui tanto si è detto e scritto a sproposito in queste ultime settimane dalla
serata di Vespa alla domenica da Giletti - ha bisogno di essere aggiornata e l’impegno di
approvare entro giugno la legge provinciale che istituisce la “Convenzione per la riforma”, ci vede partecipi, come indicato nell’Ordine del Giorno di novembre di cui sopra.
Altro punto importante riguarda i rapporti tra Provincia e Comuni, dove è stato riconosciuto il ruolo di Bolzano e delle grandi città, prevedendo la realizzazione delle infrastrutture che da trent’anni sono solo state individuate e mai concretizzate.
Non bisogna peraltro dimenticare quanto già messo in atto per valorizzare il merito e la
competenza, senza dare priorità all’appartenenza linguistica, visto che la conoscenza delle lingue ormai è patrimonio di molti e che permettono il dialogo sempre.
Siamo certi che il rapporto sereno e collaborativo instauratosi con SVP e PD in occasione
delle trattative di Giunta possa continuare e dare i suoi frutti a partire dai prossimi impegni per sviluppare l’azione politica a sostegno del governo della Provincia, ma anche per il governo dei Comuni chiamati alle urne nel 2015.
Mi si permetta infine di dare voce a due iniziative del PSI nazionale, che pur non essendo
specificatamente inserite nell’accordo di Giunta, potranno essere prese in considerazione su nostra proposta e che riguardano la lotta al dilagare delle ludopatie ed il gioco d’azzardo, che comportano responsabilità sociali ingenti, ma anche la proposta per permettere di estendere l’elettorato attivo nelle elezioni provinciali, comunali e circoscrizionali ai sedicenni.
Il nostro futuro, ma soprattutto il loro futuro deve passare per le loro mani ed è nelle loro mani.
Anche il futuro politico, che non deve essere considerato un peso o una cosa “sporca” per pochi intimi, ma necessariamente una risorsa.
Bolzano, 08.02.2014